Mongolia

Alla fine in Mongolia ci sono andata.

La Mongolia era una di quelle “ossessioni” che coltivavo da anni senza neanche saperne precisamente la causa. L’unica cosa che conoscevo erano i sintomi: interesse smodato per tutto ciò che aveva a che fare con la Mongolia, sguardo sognante ai limiti della commozione ogni volta che vedevo dei paesaggi mongoli e la cura a questo mio “mal di Mongolia” (passaporto e un biglietto per Ulan Bator).

Così ho approfittato di un’altra “ossessione” che da tempo mi portavo dietro (la Transiberiana) per fare una capatina in questo paese dove il cielo è colorato di un azzurro impensabile e percorso da pompose nuvole bianche che macchiano d’ombra la steppa verde screziata di giallo.

La Mongolia è innanzitutto immensi spazi vuoti, steppe punteggiate da gher, deserti dalle dune sibilanti, ma anche valli boscose, laghi, renne, monasteri nascosti in un oceano di alberi. È un posto dove la presenza umana rimane marginale e in cui la natura regna sovrana concedendo ben poco all’uomo.

© 2017, Cristina Cori. All rights reserved. Copyright © CristinaCori.com

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