Primo giorno in Bulgaria e… l’arte bulgara di annuire

SÌ, NO, FORSE, NON LO SO
Prima di rilassarmi esplorando la città devo assicurarmi la prossima destinazione. Quindi mi dirigo verso la stazione a comprare la corsa per la prossima tappa. 
Salgo sul tram 🚋 e faccio il biglietto. A Sofia i biglietti non vanno timbrati, ma perforati con degli affaretti gialli per nulla tecnologici che stanno attaccati ai finestrini. 
Buco il mio biglietto e chiedo (in un misto di russo e parole bulgare inventate…i miei soliti improbabili pidgin 😬😅) al vecchietto seduto accanto a me se ho fatto bene.
Lui guarda il biglietto, mi sorride e fa di no con la testa.
Ah 😕 Allora riprovo. “Adesso?” Gli chiedo. Scuote nuovamente la testa.
E come cavolo se userà sta perforatrice? Eppure non sembra così difficile: la macchinetta è piuttosto rustica. Il biglietto mi pare bucato…vabbè, rinuncio e mi siedo. 

Perforatrice


Per arrivare alla stazione devo cambiare tram. Da brava turista spaesata chiedo indicazioni a un signore seduto alla fermata. Il 12 va alla stazione? Lui fa cenno di sì con la testa. Bene. 

Allora quando arriva il tram salgo e chiedo al conducente di indicarmi dove scendere. Lui, quando sente il nome della stazione, attacca a parlarmi in bulgaro. Insomma alla fine mi fa capire che mica devo prendere il 12, devo salire sul 5. Visto che sono dura di comprendonio mi dice di sedermi che mi dà uno strappo fino alla fermata giusta.
Dopo un po’ mi fa scendere e in una profusione di ampi gesti (come fossi sordomuta) mi indica una fermata e mi fa con le dita: “cinque” (il numero del tram). Capito? Capito?
Faccio cenno di sì. Allora lui ricomincia a gesticolare: “Lì, tram numero 5” (e me lo immagino che in Bulgaro sta parlando come gli indiani dei film western: “tu 👉 scendere qua, prendere tram 🖐“). E continua con ste mani a indicare e gesticolare. “Sì, vabbè, ho capito!” penso “mica so’ così scema”.
“Da, da [sì, sì]” gli dico per rassicurarlo. 

Biglietto
Allora prendo il 5 e chiedo al conducente di indicarmi dove scendere. Arrivati alla stazione mi fa sapere (ovviamente in bulgaro) che sono arrivata. “Ah, è qua?” Chiedo alzandomi per scendere. Lui fa di no con la testa. Allora rimango interdetta…la mia era una domanda retorica…mi sembrava che volesse dire che devo scendere. Mi fa cenno di andare.
Vabbè, scendo. Effettivamente sono arrivata.
Per farvela breve: ho da poco scoperto (tra una lettura e un’altra e parlando con il ragazzo bulgaro che mi ospita) che da queste parti dicono “sì” scuotendo la testa (più che scuotere la fanno dondolare, come gli indiani) e per dire no la muovono come se stessero annuendo. Insomma, il contrario rispetto a noi. Per dire sì dicono no e per dire no dicono sì 🤷‍♀️
Morale della favola: se capitate in Bulgaria sapevatelo!! Che io non lo sapevo…

Tram

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