Da slow food in poi tutto ciò che è lento, o appare tale, fa tendenza.
Il mio viaggio in treno attraverso la Russia però, non è, e non vuole essere, una trovata pubblicitaria per cavalcare la moda del momento. Io non sono partita con l’intento di fare lo “slow journey” che, a dirla tutta, di questi tempi si vende pure bene. I motivi che mi hanno spinto a percorrere in solitaria cinque fusi orari in terza classe attraverso la Siberia sono molteplici. Ma procediamo con ordine.
Tutto ebbe inizio quando lavoravo all’Istituto di Cultura di Tokyo. Correva l’anno 2009 e io, catapultata nell’alienate realtà lavorativa nipponica, condividevo l’ufficio con Massimo, un simpaticissimo sociologo di Roma dai capelli biondi sempre arruffati, al quale era impossibile non volere bene. Era lì per un qualche studio sociologico sul Giappone, quale migliore paese per un sociologo!
Durante una serata passata in un’izakaya, tra una birra e un’altra prima di passare la notte a sgolarci in uno degli innumerevoli karaoke multi piano di Tokyo, mi chiede: “Come pensi di tornare in Italia?” La domanda mi spiazza dal momento che non avevo preso in considerazione alcun’altra opzione se non la più ovvia: volare da Tokyo a Roma. Massimo, visibilmente deluso, ma senza perdersi d’animo di fronte alla banalità del mio biglietto aereo, mi propone entusiasta un’alternativa: “Perché non torni in treno, sulla Transiberiana?”
Prima di allora avevo sentito sporadicamente parlare di questa lunga ferrovia, ma ne sapevo così poco che mi sembrava più una leggenda che un reale percorso ferroviario, come l’uomo delle nevi o i castelli scozzesi infestati di fantasmi, quei fenomeni mezzo veri mezzo frutto della fantasia a cui non sai se credere.
Non ricordo bene come, né perché, ma da quando Massimo mi mise la pulce nell’orecchio iniziai a leggere, a fare ricerche sulla Transiberiana. Col tempo scoprii che l’idea mi intrigava alquanto. Scoprii che c’era un altro modo di viaggiare, lento, profondo, totalizzante. Scoprii che volevo assolutamente fare questa esperienza, anche se non sapevo precisamente da dove iniziare o come funzionasse il sistema ferroviario russo né tanto meno il “sistema Russia”.
Accantonai per anni quello che era ormai diventato un sogno ingombrante. La Transiberiana non è un viaggio che si può dare per scontato, almeno non dal punto di vista del tempo a disposizione: solo per percorrere il tratto di andata da Mosca a Vladivostok senza mai scendere ci vogliono sette giorni di viaggio. Ma infine, per una serie bizzarra di eventi mi trovai su un autobus diretto a Vilnius. Prima tappa di un viaggio che sarebbe durato più di due mesi.
Se un viaggio in Transiberiana ti stuzzica, allora continua a leggere il reportage sul mio blog o meglio ancora leggi il mio libro Russia coast to coast in Transiberiana.
Se cerchi informazioni per organizzare un avventura lungo questa mititca ferrovia trovi dettagli e consigli nel mio articolo Transiberiana, consigli e info utili per organizzarla. E per avere una guida completa all’organizzazione leggi la guida di Ilaria e Marco del blog Viaggio solo andata.
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2 pensieri su “Transiberiana, l’epico viaggio sulla strada ferrata più lunga al mondo”