Avete presente quel posto che sicuramente avrete visto su Instagram disseminato di palme altissime che sembrano toccare le nuvole? Ecco, si chiama Valle del Cocora e si trova nella regione colombiana dell’Eje cafetero, ovvero delle piantagioni di caffè, nei dintorni della vivace cittadina di Salento.
Il trekking alla Valle del Cocora è un circuito di circa 5 ore (12 km) di difficoltà medio-facile che passa dai soleggiati palmeti delle palme da cera (le più alte al mondo, per l’appunto), si addentra in una foresta nebbiosa, passa per le casette dei colibrì e scende in verdi vallate dove pascolano beate le mucche.
La descrizione vi stuzzica? Bene, allora continuate a leggere che vi scrivo un po’ di informazioni per un’escursione memorabile.
QUANDO ANDARE
Non c’è una stagione particolarmente indicata per intraprendere questo trekking. La regione dell’Eje cafetero ha un clima piuttosto omogeneo tutto l’anno, con una certa tendenza alle precipitazioni. Di giorno può fare anche molto caldo, ma la sera rinfresca.
COSA PORTARE
1) Vestitevi a strati: passerete caldo del palmeto al freddo del bosco nebulare! Normali scarponcini da escursionismo leggero vanno più che bene. Tenete conto che in un tratto del percorso incontrerete fango e dovrete attraversare sei ponti tibetani.
2) Crema solare e tutto ciò che possa esservi utile per proteggervi dal sole: anche se non sembra il sole a 2800 metri di altitudine picchia forte.
3) Portate con voi pranzo al sacco, snack ed acqua perché lungo tutto il percorso non troverete chioschi o posti in cui potrete ristorarvi. Potete comprare cibo e prepararvi qualche panino a uno dei supermercati di Salento. Considerando che stiamo parlando di circa 12 km di biking non fatevi trovare impreparati!
COME ARRIVARE
Il posto migliore in cui fare base per il trekking al Cocora è la cittadina di Salento. Alloggiandovi un paio di giorni potrete dedicare un giornata all’hiking e un’altra a visitare una delle tante fincas (fattorie) di caffè del luogo.
Uno dei mezzi più usati e simpatici per spostarsi nella zona (sia per le fincas sia per raggiungere la valle) è il colorato fuoristrada Willy. Il prezzo è di 8000 pesos andata/ritorno a persona, si prendono dalle piazzetta e in circa 30 minuti siete a destinazione (11 km di viaggio da Salento).
IL PERCORSO, SENSO ORARIO O ANTIORARIO?
Come vi spiegavo qualche riga più su, il sentiero della Valle del Cocora è un circuito di trekking, quindi un percorso ad anello. Ciò vuol dire che potete scegliere se farlo in senso orario o antiorario.
Che differenza c’è? Vi starete chiedendo. Ve lo spiego subito
Senso orario (o del cancello arancione): si inizia dal cancello arancione vicino a una casetta dove si paga il biglietto di entrata (4000 pesos a persona). Attenzione: lungo la strada incontrerete prima un cancello blu, proseguite per 300 metri e raggiungete quello arancione. Entrati da qua si inizia il percorso dal palmeto e si sale gradualmente lungo l’ampio sentiero fino ad alcuni miradores (belvedere). In questa prima parte dovrete affrontare una salita dolce di circa 2 km. Dopodiché arriverete al bosque encantado, chiamato così perché sempre brumoso. Da qua il percorso si fa stretto, ripido, a zig zag, ma in discesa. Su questo tratto incontrerete fango e più in là dovrete attraversare vari traballanti ponti tibetani. Infine sbucherete tra i prati verdi. Continuate a seguire il sentiero, ormai pianeggiante, fino al cancello blu che dà sulla strada.
Senso antiorario (o del cancello blu): è la prima entrata che incontrerete. Entrate qua e farete il percorso che vi ho appena descritto a ritroso, lasciandovi le palme alla fine.
Io personalmente consiglio di fare il percorso in senso orario perché risulta più facile: la salita che dovrete affrontare è dolce, mentre nel percorso nel senso inverso dopo una prima parte molto pianeggiante iniziate presto una salita ripida che vi affaticherà.
In ogni caso il sentiero è molto ben segnalato anche con cartelli ed è sempre piuttosto frequentato: non c’è rischio di perdersi.
LA DEVIAZIONE: ANDARE A VEDERE I COLIBRI
Alla fine del percorso a zig zag (se state facendo il trekking in senso orario), o all’inizio (se lo state facendo nell’altro verso) vedrete un cartello che segnala la riserva dei colibrì. Ora, fermi tutti; detta così sembra che si sta entrando in una specie di paradiso popolato di colorati e dolci colibrì che succhiano nettare da ogni dove. In realtà, questa breve deviazione di mezz’oretta conduce in una casetta di legno dove si pagano 5000 pesos a persona per vedere questi piccoli, graziosi uccellini. I colibrì volano liberi di fronte al patio della casa dove sono attirati dal nettare appositamente lasciato in dei piattini. Compreso nel prezzo c’è l’offerta di una tazza di caffè o di cioccolata con formaggio.
Ne vale la pena? Diciamo che per soli 30 minuti di facile deviazione e per la modica cifra di 5000 pesos (neanche 2 euro) si può fare. Tuttavia io ho ormai sviluppato un fiuto per le “turistate”, come le chiamo io. Ma fin dei conti se non avete mai visto dei colibrì e magari siete degli appassionati di birdwatching e volete provare a fotografarli per bene, allora può valere la pena.
Scrivo però questo perché mi preme mettere le mani avanti…in genere quando si sente la parola “colibrì” ci si lascia prendere un po’ dalla fantasia e dalle alte aspettative perché effettivamente si tratta di uccellini davvero simpatici e graziosi.
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