Sapanta, il cimitero allegro che celebra la vita

Visita a un camposanto unico nel suo genere, dove le tombe sono colorate e gli epitaffi simpatiche filastrocche in rima.

 

Cimitero e allegria sono due concetti che nella nostra cultura non si sposano bene. Ma c’è un posto, chiamato proprio “cimitero allegro” in cui queste parole insieme non formano un ossimoro. Si trova in Romania, a Sapanta, un piccolo villaggetto del Maramures a qualche chilometro dal confine ucraino.

Dimenticate atmosfere tetre e monumenti sepolcrali tristi. Niente tombe lugubri: questo cimitero è tutt’altro, è un inno alla vita. Qua infatti le sepolture sono indicate da alte croci in legno di quercia di un azzurro brillante, decorate con pitture di fiori stilizzati e motivi geometrici colorati.

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Su ognuna è scolpito e dipinto, a tinte vivaci, il defunto, rappresentato mentre svolge quello che in vita è stato il suo mestiere. Essendo il cimitero di un villaggio rurale vi sono raffigurati per lo più contadini che lavorano la terra, allevatori che portano a pascere le pecore, boscaioli che tagliano la legna, molte massaie che tessono e cucinano, ma non mancano medici, autisti, musicisti ed altre figure.

DSC_3714pSotto il ritratto si trovano scolpiti gli epitaffi, tutt’altro che tristi, che ricordano i defunti, con una franchezza non comune in funerali e cimiteri, in cui si tende a idealizzare le persone e a perdonare ciò che esse hanno fatto in vita. Sulle croci di Sapanta, invece, non la fa franca proprio nessuno: accanto alle virtù e agli eroismi trovano posto anche vizi, codardie, debolezze e asti.

Negli epitaffi a parlare sono i defunti in prima persona. Si raccontano, narrano aneddoti della propria vita fatta di gioie, ma anche di difficoltà e tristezze. I versi sono brevi, semplici, scritti in rima nel dialetto locale e generalmente iniziano con “Aici eu ma odihnesc” (“Qua io riposo”).

Ma da dove viene l’idea di un cimitero con una vena umoristica? A idearlo fu Ion Stan Patras, artigiano, pittore e poeta del posto. Oggi Patras, morto nel 1977, riposa tra le croci che ha scolpito, proprio in quello stesso cimitero a cui ha donato leggiadria.

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Non c’è da stupirsi che sia stato un romeno a creare un luogo del genere. Nella Romania rurale, fin dall’epoca dei daci, il concetto di morte non viene percepito in modo terrificante. La croce è, in perfetta sintonia con la credenza cristiana di resurrezione, simbolo di un altro mondo. Viaggiando attraverso le campagne si vedono spesso grandi croci in legno piantate ai bordi delle strade e nei paesini di montagna alcune famiglie hanno tombe dei propri cari all’interno del cortile di casa o comunque nel terreno di proprietà (motivo per il quale non è affatto raro imbattersi in croci anche durante una scampagnata sui Carpazi).

Nell’immaginario romeno non c’è nulla di lugubre o tetro nelle tombe: sono il luogo in cui il corpo delle persone giace quando la loro anima è nell’aldilà. In Romania ai funerali la famiglia del defunto dà cibo e bevande ai partecipanti, offerta (detta pomana) che si ripete ogni anno all’anniversario della morte della persona.

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Non tutti gli aneddoti scolpiti sulle croci del cimitero di Sapanta suscitano allegria: alcuni epitaffi sono amari, altri commoventi. Tra questi vi sono anche storie di donne amareggiate che hanno vissuto in solitudine e quella di un ragazzo morto giovane in un incidente automobilistico.

Tuttavia raccontare pezzi di vita, narrare dei lavori e le preoccupazioni che le persone avevano da vive è un modo di glorificare l’esistenza. I colori allegri, i simboli che richiamano alla rinascita, i versi leggeri e i dipinti dei defunti rappresentati nel pieno della vita intenti nelle loro attività quotidiane riescono alla fine a spostare l’attenzione dalla morte alla vita.

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“Sub aceasta cruce grea                                             “Sotto questa croce pesante

zace biata soacra mea,                                                giace la mia povera suocera,

trei zile de mai traia                                                     se viveva altri tre giorni

zaceam eu si citea ea”                                                  giacevo io e leggeva lei”

                                      Un epitaffio al Cimiteru Vesel di Sapanta

© 2017, Cristina Cori. All rights reserved. Copyright © CristinaCori.com

2 pensieri su “Sapanta, il cimitero allegro che celebra la vita

  1. È vero .I cimiteri romeni non mettono tristezza. Ti rilassano (nel senso di questo mondo non dell ‘altro?).È come passeggiare in un parco.Sono alberi dappertutto. Tutte le tombe curate. Poi Cimiterul vesel è proprio speciale.E tu l’hai descritto stupendamente.Brava??

    1. Grazie 🙂 Sì, il cimitero di Sapanta è un posto interessante e a tratti addirittura divertente! Cosa incredibile per un cimitero!

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